domenica 24 marzo 2013

CONDANNATI A MORTE


È uscito!
Cari frequentatori del blog, volevo condividere con voi questa bella notizia: è uscito il mio primo ebook, Condannati a morte. Si tratta di un thriller sovrannaturale pubblicato da Milano Nera Web Press, e di questo ringrazio Paolo Roversi che ha creduto nel racconto.
Eccovi la sinossi...

CONDANNATI A MORTE
Massimo è un assassino, un killer sadico che passa le notti a uccidere anziani.
Andrea è un traditore, uomo senza scrupoli che progetta di assassinare la moglie per ereditarne il patrimonio.
Tonino è uno spacciatore, che sta per concludere un affare destinato a portare sull’isola un nuovo tipo di droga.
L’assassino, il traditore e lo spacciatore: tre angeli neri che diffondono il male nei vicoli bui di una Procida gotica. Tre mostri che ignorano di essere solo pedine di un gioco, pezzi di un piano orchestrato dalla mente implacabile della figura con falce e mantello, la signora che non perdona: la Morte.



Potete trovarlo qui:
- Amazon, in formato Kindle. Acquistalo a 3.07 euro.
- Bookrepublic, in formato Epub. Acquistalo a 2.99 euro. 
- Ultima Books, in formato Epub. Acquistalo a 2.99 euro.

Nel frattempo, se volete dare una sbirciatina, ecco un piccolo estratto:



Il sogno. Sempre lo stesso.
La sua terza vittima. Sempre quella, quasi ogni notte, ma Massimo deve ancora capirne il perché. L’immagine è imbevuta di una nebbia ovattata. Eppure è chiara, nitida. Soprattutto, fedele. Il vecchio è adagiato sulla poltrona, una sigaretta stretta tra le dita, e la bocca disposta a O, a lanciare in aria cerchietti di fumo.
È stato l’unico a morire da sveglio.
Si è accorto di lui troppo tardi, e infatti non ha avuto il tempo di reagire. «Pe… perché?» è riuscito a mugugnare, prima di essere trafitto.
Massimo non avrebbe mai immaginato che quella scena gli sarebbe tornata in mente come una nenia.
Quel vecchio aveva qualcosa di strano. Gli occhi, forse. Così sereni. Oppure quel modo di fumare.
«Perché?»


Massimo si accorge di stare quasi ansimando. Ormai la voglia è incontenibile, i suoi occhi si prefigurano l’apice di un piacere malato, irrinunciabile, reiterato. Ne ha già uccisi quattro, da quando vive sull’isola. E non ha alcuna intenzione di smettere.


     In questo momento lo capisce.
Non è vero quello che continua a ripetersi da tempo. La sua non è una malattia insorta solo da qualche anno.
Lui è nato così.
Ha coltivato i germi osceni del sadismo sin da quando era piccolo. Lo ricorda bene: ai funerali, di fronte alle salme fredde di parenti morti, avvertiva, sordido dentro di lui, qualcosa.
Una sorta di piacere, di soddisfazione necrofila, di desiderio illibato al quale non riusciva a trovare un’origine, una natura, uno scopo. Lì, di fronte ai corpi degli anziani morti, le sue mani non tremavano spaventate, ma si toccavano l’un l’altra, a cercarsi a vicenda, a scaldarsi.
Massimo è nato mostro. 
Adesso lo sa. 


(Diego Di Dio, Condannati a morte

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